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La collezione numismatica esposta nel museo della Cattedrale di San Tommaso
A Ortona, città posta in demanio, fu operativa una zecca civica all’epoca della dominazione angioina o durante le tentate sortite di matrice filo-francese nel Regno avverso la Casa d’Aragona (XV secolo).
I periodi di attività della zecca, per ora noti, si riferiscono ai regni di Giovanna II d’Angiò (bolognino), Renato d’Angiò (denaro), Giovanni d’Angiò (denaro, bolognino), Carlo VIII (cavallo). Le predette collocazioni monetali seguono la tradizione bibliografica che non sempre è corretta.
Il Museo Diocesano presso la Cattedrale di San Tommaso conserva una cospicua raccolta numismatica composta da oltre duecento pezzi dei quali centosettantacinque, coniati lungo un ampio arco temporale che va dal Tardo Impero all’Unità d’Italia, sono esposti al pubblico in una bacheca dell’ultima sala.
Il nucleo principale del complesso si caratterizza per la corposa presenza di monetazione medievale battuta dalla zecca di Ancona, benché non manchino emissioni di altre zecche del medio Adriatico a documentare una composizione monetaria in linea con i mercati praticati dagli Ortonesi nel medioevo.
Particolare risalto è stato assicurato a due esemplari di esimia rarità battuti nella zecca di Ortona e giunti nelle collezioni del museo per donazione privata: un denaro in mistura (gr 0,47) a nome di Renato d’Angiò, moneta circolata con molta parsimonia, e un bolognino in argento (gr 0,57) a nome di Giovanna II di Durazzo, lievemente tosato.
Fuori esposizione sono conservati trentaquattro esemplari di qualità inferiore, ascrivibili alle ultime fasi del Regno di Napoli e delle Due Sicilie, a cavallo tra ‘700 e ‘800, pertanto la raccolta annovera complessivamente 209 monete.